Opere architettoniche dell´impianto di depurazione di Rapallo, Genova

Depuratore di Rapallo, Genova
  • Depuratore di Rapallo, Genova Depuratore di Rapallo, Genova
  • Depuratore di Rapallo, Genova Depuratore di Rapallo, Genova
  • Depuratore di Rapallo, Genova Depuratore di Rapallo, Genova
  • Depuratore di Rapallo, Genova Depuratore di Rapallo, Genova
  • Depuratore di Rapallo, Genova Depuratore di Rapallo, Genova
  • Depuratore di Rapallo, Genova Depuratore di Rapallo, Genova
  • Depuratore di Rapallo, Genova Depuratore di Rapallo, Genova
  • Depuratore di Rapallo, Genova Depuratore di Rapallo, Genova
          Condividi

Committente: Mediterranea delle Acque S.p.A.

Cronologia: Progetto preliminare e definitivo opere architettoniche: 2011-2012

  Progetto architettonico: Gallarati Architetti

 

L´area individuata per il nuovo depuratore di Rapallo è una valletta situata in località Ronco, accessibile da una strada sterrata posta in testa all’argine destro del torrente Boate, in corrispondenza del capannone denominato ‘Viacava’ (già civico 1 loc. Ronco). L´area è soggetta a vincolo paesaggistico (D.Lgs. 42/2004 - Codice dei beni culturali e del paesaggio, titolo III) e sottoposta a richiesta di autorizzazione alla Soprintendenza.

Le soluzioni individuate nel progetto delle opere architettoniche dell´impianto di depurazione di Rapallo sono volte a favorire l´inserimento del nuovo impianto di depurazione e a mitigarne l´impatto sul paesaggio, individuando come obiettivi primari il rispetto delle caratteristiche storico-culturali del territorio e la tutela della percezione visiva dei luoghi oggetto d´intervento.
L´impianto di depurazione acque reflue necessitava di un corpo di fabbrica a forma di parallelepipedo, con dimensioni in pianta di 66 x 24,5 m e un´altezza di circa 17 m, di cui la parte inferiore occupata da vasche e la superiore destinata ai macchinari. Alla quota superiore delle vasche, ossia 9 m a partire dal fondo, l´impianto doveva essere accessibile da un percorso veicolare continuo, raggiungibile dalla strada lungo il Boate, che lo fiancheggiasse su quattro lati e che si aprisse sul fronte in un piazzale di manovra. L´impianto doveva essere inoltre dotato di ambienti destinati a uffici, spogliatoi e servizi, alcuni dei quali con proprie caratteristiche specifiche, stabilite dalla normativa, per cui era necessario prevedere accessi differenziati.
Lo sfruttamento della morfologia naturale del sito ha costituito il primo indirizzo di progetto, nell´ottica della limitazione dell’impatto del nuovo intervento: il corpo principale contenente l´impianto e i percorsi veicolari che lo circondano sono previsti infatti in parte interrati al di sotto della quota del piano di campagna ed in parte incassati tra i due versanti della valletta. In questo modo, oltre a limitare la quantità di volume emergente, è possibile ricostituire in parte la continuità morfologica con il versante collinare interrotto dallo scavo, tramite il riporto di terreno di scavo e la predisposizione di un manto erboso continuo al di sopra della copertura del camminamento veicolare e del corpo di fabbrica principale.
Un secondo indirizzo di progetto, emerso anche alla luce dell’esigenza di creare all’interno del manufatto, oltre agli uffici per il personale, alcuni spazi idonei a ricevere visitatori e ad organizzare manifestazioni aperte al pubblico, ha consistito nell´accentuare la distinzione tra le due zone “operativa” ed “amministrativa”, anche per evitare pericolose interferenze tra le percorrenze utilizzabili da persone non addette all’impianto e quelle riservate allo svolgimento dell’attività principale. In tal senso, si è ritenuto di prevedere un ulteriore volume, emergente al di sopra della copertura dell´edificio e posizionato sul lato frontale, verso il fiume. Per tale volume si è previsto un ingresso separato, con relativo corpo scale-ascensore, indipendente dagli accessi veicolari all´impianto ma direttamente raggiungibile dalla strada pubblica. Il corpo scala è traslato verso ovest, quale volume autonomo dotato di propria dignità architettonica, collegato con il corpo di fabbrica principale ed in particolare con la “palazzina uffici”, tramite un percorso coperto che consentirà anche un accesso diretto alla funzione pubblica in copertura.
Dal momento che sui lati verso monte l’inserimento paesistico dell´impianto è stato risolto con l´interramento delle strutture e la rimodellazione del versante collinare, solo sul lato verso il fiume la struttura dell´impianto è rimasta emergente. Non essendo possibile su questo lato mitigare l´impatto dell´impianto occultandone alla vista i volumi, si è ritenuto che l´obiettivo del progetto dovesse essere, al contrario, la valorizzazione architettonica della struttura e la sua interpretazione come "facciata" verso la città: in altre parole, si è deciso di affidare a un´infrastruttura quale un depuratore, che viene spesso percepita come degradante, il ruolo positivo di elemento di valorizzazione di una porzione di territorio.
Si è stabilita perciò una linea di confine netta tra la parte di impianto destinata a rimanere visibile dalla città e la parte invece chiusa alla vista e riservata ai soli operatori: tale linea è stata individuata all´incirca in corrispondenza della seconda campata strutturale del corpo principale, ossia a una distanza pari a una ventina di metri dal fronte. Lungo questa linea, con l´obiettivo di chiudere alla vista i camminamenti veicolari di accesso alla parte posteriore dell´impianto, sono stati previsti due portali, posti ai lati del corpo principale, in posizione arretrata rispetto al fronte. Questa parte anteriore di impianto, comprensiva non solo del corpo principale ma anche dei piazzali antistanti, dei portali di accesso ai camminamenti veicolari, del corpo scale per l´accesso pedonale e dei volumi a quota copertura, ha necessitato di un´accurata progettazione alla scala edilizia e architettonica, pari a quella che sarebbe stato naturale prevedere per un edificio speciale pubblico di valenza polare.
Il muro di contenimento a quota strada è interamente rivestito in pietra locale, selezionata e disposta in modo tale da richiamare la tecnica costruttiva dei muretti a secco, tipici delle fasce liguri. L´edificio principale, invece, nella parte compresa tra il livello a quota +10,00 e la copertura a quota +18,00, è rivestito da una pelle esterna in laterizio a vista, che prende a riferimento esempi individuati nell´architettura industriale ligure. In corrispondenza del fronte e dei fianchi del corpo dell´impianto, la parete è articolata secondo un ritmo uniforme di specchiature organizzate su due livelli; l´uniformità della parete in laterizio è però interrotta da due fasce orizzontali, alte all´incirca 1 m e realizzate in muratura intonacata e colorata di bianco o in elementi prefabbricati di cemento, che evidenziano la bipartizione del prospetto. Lo stesso trattamento della parete secondo un doppio ordine di specchiature in laterizio a vista, senza però l´inserimento di fasce di altro materiale, è utilizzato anche per il livello superiore del portale ovest e nella torre cilindrica del corpo scale. In corrispondenza del solaio della copertura dell´impianto, l´intero edificio è unificato da una cornice continua, divisa in tre orizzontamenti, colorata di bianco.