Piano regolatore del porto, Cagliari

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Committente: Autorità portuale di Cagliari
Cronologia: Progetto: 1996 - 1997
General contractor: MARCONSULT s.r.l.
Progetto Urbanistico: Mario Gallarati con Simonetta Cenci, Letizia Masciotta, Laura Roccatagliata
Opere marittime: Fabrizio Ruggeri


Lo sviluppo delle ipotesi urbanistiche si articola in due momenti distinti ma strettamente correlati: il primo consiste in una ‘lettura strutturale’ dell’intero ambito territoriale di cui le aree portuali costituiscono l’affaccio verso mare, il secondo nella traduzione degli elementi desunti dalla lettura, integrati con le necessarie considerazioni di tipo funzionale, in previsioni di progetto.
In particolare il primo momento, volto al riconoscimento dei processi formativi ed evolutivi delle strutture territoriali e condotto per livelli successivi (dal territorio all’organismo urbano, ai tessuti, ai tipi edilizi), ha portato all’individuazione delle attitudini evolutive e trasformative delle diverse aree portuali in rapporto alle più generali prospettive di sviluppo dell’intero ambito considerato, e degli strumenti operativi idonei a garantire un corretto inserimento delle strutture portuali nel territorio ed una pertinente qualificazione degli interventi sullo stesso.
In questo senso la ‘lettura-progetto’ ha indirizzato le scelte di piano non soltanto per quanto riguarda la localizzazione delle diverse attività all’interno dell’ambito portuale, ma - soprattutto per le zone più delicate dal punto di vista dei rapporti con la città - anche per quanto concerne l’organizzazione interna alla singola zona: l’individuazione degli assi di riferimento, la suddivisione in lotti delle attività produttive e di servizio, la stessa definizione dei tipi di soluzione architettonica per i singoli manufatti.
Il secondo momento, relativo alle scelte progettuali, ha costituito la traduzione in termini operativi delle indicazioni generali desunte dalla lettura: da un lato sono state infatti individuate le invarianti tipologiche che caratterizzano l’area studiata e ne determinano le compatibilità nei confronti di differenti ipotesi di destinazione e trasformazione, indipendentemente dalle esigenze programmatorie contingenti; dall’altro, all’interno della maglia di compatibilità urbanistica come sopra definita, si sono sviluppate le previsioni di progetto, verificate alla luce di quelle che risultano essere le esigenze e le richieste attuali.
Per prima cosa, in funzione della riconosciuta attitudine, per determinati ambiti, all’insediamento di funzioni a carattere polare (funzioni di tipo collettivo, a forte valenza aggregante o unificante, solitamente localizzate in aree urbane centrali) od antipolare (funzioni specialistiche per loro natura più adatte a localizzazioni periferiche), oltreché in base alle specifiche esigenze di tipo logistico-funzionale, si sono riorganizzate le diverse attività presenti in ambito portuale, accorpate per categorie omogenee.
In secondo luogo, lo studio dei rapporti con la città ha consentito di individuare gli assi ed i nodi viari cui far riferimento per la riorganizzazione delle aree portuali.
In terzo luogo, l’analisi dei tessuti urbani ha fornito i criteri di riferimento per l’organizzazione delle aree da suddividere in lotti da assegnare in concessione per le diverse attività produttive, e per il riassetto dell’area prospiciente via Roma.
Infine, con riferimento a quest’ultimo ambito, la lettura dei rapporti con il costruito costituisce una prima riflessione progettuale sui caratteri architettonici delle nuove sistemazioni e degli eventuali futuri manufatti di servizio, il cui corretto inserimento linguistico-ambientale è la condizione per una più compiuta e qualificata integrazione tra porto e città.
Il piano delinea le condizioni-base per un riassetto compatibile del fronte-mare cittadino, ed in particolare modo delle aree portuali in relazione al collegamento con il tessuto urbano retrostante, nell’ambito di un programma di recupero di tali aree alla vita cittadina:
- riconoscimento dell’attuale ruolo a scala urbana della via Roma, che si prefigura quale potenziale asse baricentrico di un sistema urbano comprensivo del tessuto edilizio storico del quartiere Marina e delle prospicienti aree portuali, polarizzato alle estremità dalle piazze Matteotti e Deffenu;
- riconoscimento del sistema delle nodalità puntuali costituito dalle successive intersezioni dell’asse urbano di via Roma con gli assi di impianto edilizio ortogonali alla costa che organizzano l’intero tessuto urbano di Marina (con la sola esclusione della ridotta cortina edilizia novecentesca prospiciente la stessa via Roma) e conseguente attitudine di tali nodi a qualificarsi come punti naturali di un collegamento capillare tra la città storica ed il fronte-mare;
- riconoscimento del sistema di progressive gerarchie spaziali e funzionali introdotto nel sistema viario ortogonale alla costa con l’apertura di largo Carlo Felice e viale Regina Margherita, e della conseguente possibile gerarchizzazione dei corrispondenti nodi di interscambio tra il porto e la città;
- riconoscimento del valore di principali contro-assi degli stessi largo Carlo Felice e viale Regina Margherita rispetto all’asse urbano di via Roma e carattere ‘polarizzante’ dei corrispondenti nodi viari, con attitudine a determinare la formazione dei principali punti di interscambio e la localizzazione di eventuali ulteriori funzioni di interesse collettivo;
- riconoscimento del carattere seriale del tessuto edilizio storico, con particolare riferimento a quello delle aree retrostanti il fronte portuale nel quale risultano ben presenti i forti caratteri di specificità che ancora connotano l’ambiente edilizio cagliaritano, a fronte dell’omologazione e genericità delle realizzazioni più recenti e del quale sono individuate per sommi capi le fasi formative e le attitudini evolutive lungo direttrici di sviluppo a prolungamento degli assi di impianto edilizio ortogonali alla costa;
- riconoscimento del rapporto, in termini di localizzazione e sviluppo modulare, tra tessuto edilizio e tipi edilizi specialistici, con particolare riferimento agli edifici di culto, caratterizzati dalla presenza di spazi unitari, i soli che consentano, per la loro diffusione all’interno del tessuto urbano, una lettura comparata da cui derivare criteri generali per la soluzione di temi progettuali relativi ad edifici a carattere collettivo.