Il´Salone dei Fiori´ a Villanova d´Albenga, Savona

Il 'Salone dei Fiori', Villanova d'Albenga, Savona
  • Il 'Salone dei Fiori', Villanova d'Albenga, Savona Il 'Salone dei Fiori', Villanova d'Albenga, Savona
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Committenti: Comune di Villanova d´Albenga
Cronologia: Progetto: 2002-2004 - Realizzazione: 2005-2008
Progetto Architettonico: Mario Gallarati con Martina Kucich, Laura Roccatagliata, Giacomo Gallarati
Strutture: Fulvio Ricci
Impianti: Roberto Napoletano, Raffaele Di Palma
Derivazione Lavori: Maurizio Calidonna


L’intervento riguarda la realizzazione di un nuovo edificio a destinazione socio-culturale e la contestuale sistemazione di piazza Isoleri, quale ultimo atto di un programma di valorizzazione e riqualificazione della città murata di Villanova d’Albenga, esempio di città medievale pianificata di estremo interesse per aver mantenuto nel corso dei secoli un’estensione sostanzialmente invariata all’interno della sua cinta muraria ancora pressoché intatta.
Essa presenta infatti un impianto urbano organizzato secondo un asse principale (l’attuale via Garibaldi), percorso matrice che collega le due porte, intersecato ortogonalmente da una serie di percorsi di impianto edilizio secondari, lungo i quali si attesta il tessuto edilizio di base. Ad un impianto viario bidirezionale gerarchizzato corrisponde un tessuto urbano seriale, composto dalla ripetizione di isolati analoghi, senza particolare gerarchizzazione di spazi e di affacci: un simile impianto non prevede la formazione di polarità interne e la presenza della piccola chiesa di S.Caterina, che occupa un lotto di serie, contribuisce solo alla creazione di un piccolo slargo che non riesce a qualificarsi come piazza. Al contrario, è all’esterno della cinta muraria che si creano i principali spazi pubblici, in particolare in corrispondenza delle porte urbane: ad ovest l’attuale piazza Mazzini con via Molinetto, asse di ribaltamento dell’organismo urbano, su cui si attesta anche la sede municipale; ad est, verso Albenga, piazza Isoleri, vasto spazio indefinito antinodale compreso tra le mura, la confluenza dei torrenti Arroscia e Lerrone e la strada provinciale.
Il progetto di riqualificazione di piazza Isoleri con la costruzione di un nuovo edificio a destinazione socio-culturale in sostituzione del vecchio prefabbricato va nella direzione, già in parte tracciata nel corso degli ultimi anni dall’uso progressivamente più qualificato dell’area, di trasformare l’attuale spazio pubblico antinodale nel principale polo urbano, su cui concentrare le principali attività pubbliche di carattere culturale e ricreativo. In questo caso al tema dell’edificio speciale si aggiungeva quello della strutturazione dello spazio urbano: da un lato pensando al nuovo volume non in termini di architettura isolata ma di fronte costruito in grado di definire l’invaso spaziale e di dialogare con le mura; dall’altro dando adeguata conclusione all’asse urbano principale e nel contempo cercando di attenuare l’impatto visivo della strada rialzata.
La soluzione prescelta era quella di un edificio sviluppato su un unico livello, sorta di struttura terrazzata con copertura in parte a giardino che si conclude a ridosso della rampa veicolare, quale elemento di mediazione tra la piazza e la strada rialzata, tale da richiamare nel contempo l’idea di una ‘cittadella’ o ‘bastione’ esterno alla città murata ma direttamente relazionata alla porta occidentale: in questo senso, oltre all’articolazione dei volumi verso la piazza ed il trattamento murario in pietra faccia vista, è concepito anche il sistema di ingresso sul prolungamento dell’asse urbano che trova conclusione nel cortile circolare di distribuzione (con rampa avvolgente che conduce allo spazio pubblico in copertura).
A partire dal cortile circolare l’organismo architettonico si sviluppa su controassi ortogonali che, con un passo paragonabile a quello dei percorsi di impianto edilizio della città murata, distribuiscono i diversi spazi funzionali. Lo spazio compreso tra i due assi distributivi, dà ora luogo ad uno spazio centrale unitario, la ‘piazza coperta’ che diviene il fulcro dell’intero sistema. Il ruolo del grande spazio nodale unificante, un rettangolo di circa 25x12 metri, intorno al quale il corridoio di distribuzione si affaccia con una struttura porticata, è ulteriormente accentuato dal suo assetto volumetrico, con la copertura a capanna su travature in legno lamellare (vetrata nella parte culminante, anche in riferimento alle serre che costituiscono una presenza importante nell’intera piana di Albenga), che connota il nuovo centro culturale come principale emergenza architettonica a scala urbana.