Edifici speciali in contesti storicizzati

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I tessuti edilizi della città storica, risultato di processi formativi e trasformativi anche di notevole complessità, conservano al loro interno le tracce degli organismi elementari che ne hanno costituito la struttura di base e che determinano ancora oggi la modularità dell’organismo urbano. Struttura modulare che riguarda non solo l’edilizia di base, l’insieme dei comuni edifici di abitazione, ma anche gli edifici speciali, di solito di maggiori dimensioni ed impegno costruttivo, e destinati ad ospitare funzioni a carattere collettivo, realizzati a tale scopo in posizione nodale rispetto al tessuto urbano o all’interno dello stesso, in molti casi tramite il riutilizzo e l’accorpamento di strutture elementari preesistenti.
Sia nel caso di edifici ‘speciali nodali’, organizzati da un vano unitario gerarchizzato, sia nel caso di edifici ‘speciali seriali’, caratterizzati dalla ripetizione di vani paritetici ed intercambiabili dal punto di vista funzionale, sia infine nel caso di edifici ‘residenziali speciali’, gli edifici speciali tradizionali presentano una maggiore flessibilità di utilizzo rispetto a quelli, estremamente specializzati, dell’odierna produzione edilizia. Tale modularità e flessibilità ne ha spesso consentito nel corso dei secoli il riutilizzo, sia per ospitare funzioni speciali compatibili, sia in alcuni casi riconvertendoli alla funzione abitativa.
In questo senso la valutazione dell’attitudine dell’edificio speciale a sopportare future trasformazioni d’uso o ad essere riassorbito utilmente all’interno del tessuto edilizio dovrebbe divenire, a nostro avviso, elemento discriminante di ogni scelta progettuale consapevole degli effetti a lungo termine del singolo intervento.