Edilizia di base: progetto di tessuto

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L’edilizia residenziale, o edilizia di base, costituisce la massima parte del costruito delle nostre città. Come tale contribuisce in modo preponderante a definirne la qualità complessiva, non tanto per i caratteri estetico/formali dei singoli edifici quanto soprattutto per il modo in cui più edifici si aggregano nei tessuti edilizi che compongono l’organismo urbano.
C’è però una sostanziale differenza tra tessuti edilizi ‘tradizionali’ ed aggregati contemporanei. I primi si presentano come sistemi più o meno organicamente strutturati che, almeno per settori e nonostante le trasformazioni subite nel tempo, sono ancora chiaramente individuabili e nei quali sono riconoscibili gli stretti rapporti tra impianto viario, tessuto e tipo edilizio, secondo livelli di organizzazione di diversa ricchezza e complessità. I secondi invece, che si tratti di insediamenti sparsi di edifici singoli o di addizioni per successivi quartieri ‘progettati’, spesso non vanno oltre livelli minimi di organizzazione complessiva. Da un lato infatti le ‘lottizzazioni’ attuate per singoli interventi lasciano spazio totale all’inventiva del singolo per quanto riguarda gli aspetti più concretamente architettonici e difficilmente consentono di superare assetti complessivi di tipo occasionale; dall’altro anche nel caso di quartieri progettati, spesso ‘di firma’, il problema dell’occasionalità dell’assetto urbano si ripropone, spesso in modo più grave, ad una scala superiore: la città risulta composta, in quei casi, dalla semplice addizione di singoli quartieri ‘autoreferenziali’, raramente inseriti in un quadro d’insieme più ampio e strutturato.
Un livello qualitativo dell’ambiente urbano paragonabile a quello degli abitati tradizionali può essere recuperato a nostro avviso solo a partire da una scala superiore a quella architettonica e cioè dalla scala edilizia, relativa alla pluralità ed alla compresenza di più edifici in uno stesso contesto. L’individuazione architettonica del singolo edificio passa in secondo piano, mentre l’attenzione si sposta sulla sua capacità di essere parte di un insieme e sulla sua attitudine aggregativa a formare un tessuto.